
Dieveniskes, Lituania
Anime baltiche
1 maggio 2004: Lettonia, Lituania ed Estonia entrano in Unione Europea. Per le tre repubbliche baltiche è uno spartiacque. Riescono definitivamente a rompere con il passato sovietico e a girare le spalle al vicino russo, sempre in agguato.
Con i confini che si aprono, inizia in tutti e tre i paesi un massiccio flusso di emigrazione. Inseguendo il sogno di un futuro migliore dentro l’UE, frotte di cittadini erodono le solide mura erette dall’URSS. I villaggi si svuotano e le cittadine iniziano a perdere i propri abitanti; all’estero, carriere folgoranti e stipendi più alti sembrano aspettare gli studenti giovani e i lavoratori del Baltico. I paesi scandinavi, la Gran Bretagna e la Germania diventano così le destinazioni più gettonate.
La Lettonia ha perso fino al 25% della propria popolazione dall’indipendenza ottenuta nel 1991 ad oggi, mentre i lituani sono passati da 3.7 milioni a 2.8 in poco più di un quarto di secolo. Sebbene in Estonia il trend non sembri così drammatico, l’ONU ha pubblicato di recente stime che prevedono una diminuzione del 32% della popolazione residente entro il 2100 anche nella repubblica baltica più settentrionale. Entro la fine del secolo, la Lettonia risulterà probabilmente la più colpita dal fenomeno migratorio: il totale dei cittadini sarà la metà di quello censito nel 1991.
Chi sono quindi le “Anime baltiche” che restano, negli sperduti villaggi nascosti in mezzo alle conifere o nelle cittadine che provano a fare i conti con uno stato sociale sempre più agonizzante? Pensionati come Stanislav, che ha passato tutta la vita in un kolchoz di Norviliškės. Ma anche persone senza la possibilità, o l’intenzione, di tentare la fortuna all’estero, come Andra, un’ex tossicodipendente oggi scrittrice di grido. Alcuni, invece, sono tornati per stabilirsi in un ambiente più a misura d’uomo, dopo esperienze estenuanti nelle metropoli dell’Europa occidentale.
“Anime baltiche” è un viaggio per immagini attraverso gli angoli più remoti delle repubbliche baltiche, una collezione delle storie di quelli che hanno deciso di rimanere, per scelta o per necessità. Le immagini invitano l’osservatore a intraprendere un viaggio lento e lungo tra foreste, spiagge e relitti sovietici, inoltrandosi tra le contraddizioni di una terra che rischia di diventare “solo un posto carino dove passare un weekend diverso dal solito con i tuoi amici”, come ha prefigurato l’ex ministro dell’Economia lettone Vjačeslavs Dombrovskis.

Liepaja, Lettonia

Sillamae, Estonia

Karosta, Lettonia

Visaginas, Lituania

Dieveniskes, Lituania

Visaginas, Lituania

Karosta, Lettonia

Sillamae, Estonia

Daugavpils, Lettonia

Varnja, Estonia

Tartu, Estonia

Riga, Lettonia

Kolkja, Estonia

Salcininkai, Lituania